Autentico by Paul Van Doren

Autentico by Paul Van Doren

autore:Paul Van Doren [Van Doren, Paul]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Apogeo
pubblicato: 2024-06-10T22:00:00+00:00


Capitolo 9

Off The Wall

Nei tempi passati gli skater, con le loro mosse innovative, il linguaggio creativo e persino i luoghi insoliti dove fare pratica, erano una sorta di rinnegati, i cattivi del mondo dello sport. Gli skate park non erano ancora stati inventati e le bande di skater si appropriavano delle piscine abbandonate o trascurate nei cortili, scaricando l’acqua per ottenere una bella piattaforma di cemento liscia su cui esercitarsi nei trick e nelle mosse di freestyle.

Tony Alva di Dogtown, un quartiere di Venice in California, fu notato per le sue acrobazie rivoluzionarie e divenne ben presto uno dei più influenti skater di tutti i tempi.

È davvero difficile sopravvalutare l’influenza degli Z-Boys, l’abbreviazione con cui era conosciuta la famosa squadra di skateboard competitivo Zephyr (presero il nome dal negozio di surf gestito da Jeff Ho, Skip Engblom e Craig Stecyk dove Tony e i suoi amici si riunivano negli anni Settanta). I fan sono concordi: la squadra Zephyr cambiò il mondo dello skateboard quando partecipò al Del Mar National Skateboarding Contest nel 1975.

Tony e il resto degli Z-Boys svilupparono uno stile gradito al pubblico e ispirato ai surfisti, in netto contrasto con lo stile di skateboard verticale che era stato così popolare negli anni Cinquanta e Sessanta. Jim Muir, uno degli Z-Boys originali, sottolinea che “le mosse che abbiamo ideato facendo surf sono state trasferite dall’acqua alla terra”. I surfisti e gli skater condividevano una cultura e un look personali, ispirati sia dalla cultura dei graffiti sia dai loro background individuali, che li distinguevano dalla massa.

Oggi sessantenne, Tony Alva divenne un professionista a soli sedici anni e lanciò un marchio di skateboard e abbigliamento che diventò la sua fonte di sostentamento in tutti gli anni a venire.

Per eseguire la sua mossa aerea più audace, oggi ampiamente imitata, Tony doveva acquisire velocità per farsi strada sulla parete verticale fino al bordo della piscina. Utilizzando lo slancio per sfidare la gravità, afferrava la parte anteriore dello skate proprio mentre si lanciava dritto verso l’alto e oltre il bordo della piscina verso il nulla, poi ruotava lo skate e ricominciava a scendere lungo il lato della piscina.

La prima volta che Tony mostrò il suo trick, Skip Engblom esclamò: “Cavolo, sei appena andato off the wall!” [“off the wall!” è un idioma inglese che indica qualcosa di diverso dal consueto, ma nel contesto indicava il fatto che lo skater fosse letteralmente sbucato fuori dalla parete della piscina, N.d.T.].

Dì quello che vuoi: a me quella frase parlò di opportunità, della possibilità di spingersi oltre per sfruttare al massimo ogni momento. Catturava lo spirito di Vans e ne divenne l’inno, il mantra e il grido di raduno.

Guardando indietro, vedo che parte del successo della mia azienda era la volontà di andare “off the wall”, di essere fuori dal coro sin dal primo giorno. Procedevamo sempre verso l’ignoto, confidando che la nostra abilità e la nostra agilità ci avrebbero riportato in sicurezza sulla Terra.

* * *

Fino a quando non arrivarono gli skater, Vans non aveva una direzione o uno scopo specifici (se non l’obiettivo di produrre le migliori scarpe possibili).



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